domenica 7 giugno 2020




PROLOGO

Io sono RA, non sono un Dio, ma il mio potere è immenso. La mia evoluzione e avvenuta in milioni di anni, con tutta probabilità, io sono l’essere vivente più antico dell’universo. Il primo RA che si ricordi è stato il mio bisnonno ed egli ancora vive. Poi c’è stato mio nonno, e dopo di lui mio padre. Ora io sono RA e l’unico figlio che avrò, un giorno prenderà il mio posto, perché un RA genera un solo RA. Provengo dal pianeta Dogma, che si trova all’interno della nebulosa Fiamma, nella cintura di Orione. Nel corso dei secoli, nel nostro pianeta, sono stati formati altri esseri viventi con poteri sul corpo e sulla mente, nel vostro pianeta erano conosciuti come dei, gli dei dell’antico Egitto. Tra il 4000 ac e il 3000 ac (considerando le misure del vostro tempo), il nostro popolo dovette lasciare Dogma. Il nostro pianeta era diventato inabitabile, a causa di una tempesta cosmica che aveva reso l’aria irrespirabile e il terreno sterile. In attesa di trovare una soluzione, decidemmo d’invadere il vostro pianeta, ma non ce ne fu bisogno. Trovammo una civiltà che era assolutamente inferiore a noi, per sottometterla non dovemmo usare violenza, ci servimmo della vostra superstizione, come arma per piegarvi alla nostra volontà. In realtà fu uno scambio reciproco, che permise alla vostra razza un’evoluzione che, altrimenti, vi sarebbe costata milioni di anni. Scoprimmo inoltre che le nostre razze erano compatibili, in alcuni casi, e alla fine lasciammo il nostro seme in voi, nella speranza che questo vi avrebbe resi più forti. Tornammo su Dogma nel 1520 DC, RA in carica era ancora mio nonno, da quel momento, passò il comando e i poteri a mio padre. Io sono nato su Dogma, mi sono preparato per diventare RA fin da bambino e lo diventai a 27 anni, mio padre mi ritenne pronto e smisi d’invecchiare in quel preciso istante. Era il vostro anno 1966 DC. Continuavamo a osservare il vostro pianeta, poiché lo consideravamo anche un po’ nostro; con il passare del tempo giungemmo alla convinzione che, se non fossimo intervenuti, lo avreste distrutto. Nell’anno 2027 DC mandammo alcuni di noi per verificare come sarebbe stato meglio agire, e nell’anno 2031 DC invademmo nuovamente il vostro pianeta, che sottomettemmo nel 2032 DC. Coloro che non si piegarono alle nuove regole furono allontanati, per poi essere confinati in una colonia, sul pianeta Dracon,

all’interno della nebulosa Cavallo. Rimanevano ancora alcuni focolai di rivolta nel vostro mondo, ma nel corso degli anni furono sedati tutti, tranne due, ed erano proprio in Egitto. Avevamo fissato la sede del governo a New York, in un palazzo al quale avevo dato il nome della mia barca solare, Mesektet. Ognuno di noi si occupava di uno degli aspetti del governo del mondo, tutti tranne Anubi, a lui era affidata la parte spirituale. Su Dogma aveva ben poco da fare, avevamo quasi sconfitto le malattie e la morte, qui sulla terra era diverso, ancora molti morivano e le nostre tecnologie mediche, applicate ai vostri corpi non erano sempre efficaci, perciò in attesa di perfezionarle, Anubi conduceva le anime nel DUAT, sperando di poterle riutilizzare un giorno. Mio padre e mia madre vivevano un po’ sulla terra e un po’ su Dogma. Nel corso della guerra, in un vicolo del Cairo, vidi un bambino di circa sei anni, si chiamava Amid. Era in un angolo, sporco e magro come uno stecco, mi colpirono i suoi occhi, neri come la pece, con una luce intensa, i suoi capelli castani, anche adesso perennemente arruffati. Fu un impulso che mi spinse a prenderlo con me, l’ho cresciuto da solo, non come un padre, come un fratello, il mio fratello umano, nel corso degli anni scoprii che era stata una delle migliori scelte che avessi fatto nella mia vita. Ero un essere perfetto, alla mia vita non mancava nulla, almeno era quello che credevo...

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