OBLIVION
La storia
di Javier & Eloy
Capitolo I
«Buongiorno ragazzi!» Eloy si era svegliato di
ottimo umore quella mattina, finalmente erano arrivate le vacanze Pasquali,
dalla mattina successiva e per i successivi quindici giorni, si sarebbe potuto
dedicare a tutte quelle cose che, fino a quel momento aveva dovuto lasciare
indietro per mancanza di tempo. Aveva anche intenzione di divertirsi, cosa
inusuale per uno come lui, perché aveva deciso che era arrivato il momento di
provare a uscire un po’ di più e… buttarsi nella mischia. Del resto, era ormai
alla soglia dei trent’anni e si sentiva pronto per affrontare una relazione, ma
non era ancora il momento per le frivolezze. Ora doveva rimanere concentrato.
«Vedo che ci siamo tutti questa mattina, molto bene.
Verifica di scienze, contenti?» il brusio, che faceva da colonna sonora nella
classe, sentendo l’odiata parola, cessò bruscamente.
«Vi prego signori! Ridipingete sulle vostre belle
facce il sorriso raggiante che ho visto prima, la verifica sarà orale, e
l’argomento non dovrebbe avere segreti per nessuno di voi, visto che si tratta
della storia dell’evoluzione genetica della nostra specie, dal 2025 ad oggi.»
nel corso dell’anno, avevano affrontato più volte quell’argomento e, siccome la
legge obbligava le scuole, in particolare i licei, ad effettuare annualmente,
almeno una verifica sull’argomento, aveva deciso di farla prima delle vacanze
pasquali.
«Vediamo un po’… Camilo. In che anno fu isolato e
riconosciuto il primo caso di maschio Omega?» Camilo si assestò meglio sulla
sua sedia, grato di avere ricevuto una domanda abbastanza semplice.
«Il primo caso accertato di maschio Omega, fu
scoperto nel 2025 in Italia, precisamente in Puglia, ad Altamura.» Eloy gli
fece cenno di proseguire, mentre si sistemava dietro la sua cattedra.
«Si chiamava Pasquale Greco. Aveva dodici anni,
quando la sua appendice s’infiammò e dovettero sottoporlo ad un’operazione per
asportarla. Nel corso di un’ecografia, si accorsero che gli organi interni
erano anomali e decisero di verificare, durante l’operazione, di cosa si
trattasse esattamente e…» Eloy fece cenno a Camilo di sedersi e indicò Fidele,
facendogli cenno di continuare il discorso che Camilo aveva iniziato.
«Scoprirono che nel suo corpo c’era un utero e le
ovaie. L’utero era collegato all’ano, e aveva gli organi genitali maschili
completamente funzionanti. Proposero ai suoi genitori di operarlo asportandogli
utero e ovaie, ma si rifiutarono. Il suo caso fece il giro del mondo e alcuni
scienziati si offrirono di aiutarlo a trovare una soluzione.» Eloy gli fece
cenno di fermarsi.
«Jago… continua tu.» Jago si grattò la testa,
cercando di ricordare altri particolari.
«Ah, ecco… l’anno successivo isolarono altri casi,
in giro per il mondo, poi, accadde che, uno di questi ragazzi, ebbe il suo
primo calore proprio nel corso di un esperimento e, uno degli studenti che
aiutavano nelle ricerche, reagì a quel calore. Agendo per istinto, si accoppiò
con l’omega e lo marcò. Sottoponendo lo studente a esami genetici, capirono
immediatamente che, la mutazione a cui stavano assistendo, riguardava tutta la
nostra specie.» Eloy gli fece cenno di fermarsi, aveva il sorriso sulle labbra,
i suoi studenti gli davano davvero soddisfazione.
«Patricio, dopo quanti anni lo studio confermò
questa teoria?» Patricio ci pensò un attimo.
«Ci vollero circa vent’anni. Ma, nel frattempo, i
casi nel mondo si erano moltiplicati e, non si sapeva né come fermare il calore
degli Omega né come riuscire a bloccare gli Alpha perché non li violassero.
Prima che tutta la situazione sfuggisse di mano, ogni stato emanò delle leggi e
le case farmaceutiche iniziarono a fare ricerca, in collaborazione con gli
scienziati che avevano individuato la mutazione, per trovare una medicina che
potesse aiutare sia gli Omega che gli Alpha.» Eloy annuì soddisfatto.
«Victor, elencami i generi.» Victor non poteva
credere alla sua fortuna, gli era capitata la domanda più semplice.
«Esistono tre generi primari, Alpha, Omega e Beta.
Tutti e tre i generi possono essere maschili o femminili. Soltanto i Beta di
genere femminile e gli Omega di entrambi i sessi possono generare vite. Sia Omega
che Beta possono essere compagni di Alpha o di Beta ma, un Alpha può creare un
legame esclusivamente con un Omega. I Beta sono, attualmente, poco più del
cinquanta per cento della popolazione mondiale. Il primo calore di un Omega avviene,
normalmente, dai sedici ai diciotto anni, per questo motivo, fino
all’università, a livello mondiale, le scuole sono divise per genere. Al
compimento dei sei anni, si esegue il test di appartenenza che, si deve
ripetere per ogni grado di scuola.» Eloy alzò la mano per fermarlo e indicò
Fidel.
«Fidel, parlami del legame.» Fidel arrossì, era un
ragazzo timido, ma pieno di passione, non era un caso che avesse scelto lui,
per parlare di quell’argomento.
«Ehm… quando un Alpha trova il compagno giusto, avviene
qualcosa di magico, ogni Alpha e ogni Omega emanano feromoni ma, l’odore che
viene percepito da entrambi è diverso. Ad esempio, la ragazza che abita di
fronte a casa mia per me odora di caffè e cioccolato, per un mio amico odora di
biscotto allo zenzero. Dicono che dipenda dal grado di compatibilità del DNA come
si percepisce l’odore dell’altro o quanto se ne sia attratti… ma io credo che,
ci sia una componente sentimentale in tutto questo…» un brusio di risatine
accompagnò questa sua poetica affermazione, indispettendo Eloy.
«Abel! Visto che trovi tanto divertente
un’affermazione che io condivido in pieno, dimmi qualcosa sulle ultime
scoperte!» Abel guardò rabbioso Eloy, mal sopportava che un Omega lo potesse
trattare in quel modo, ma non poteva farci nulla. Senza assestarsi sulla sedia,
ma addirittura esagerando la sua postura quasi sdraiata, lo guardò dritto negli
occhi e rispose.
«Credo che si riferisca ai due nuovi sotto generi…
Alpha Omicron e Omega Tao, giusto prof?» Eloy assentì.
«Allora, questi due sotto generi sono stati studiati
nell’ultimo decennio e, solo tre anni fa sono stati riconosciuti, ed è per
questo che lei, pur essendo un Omega, è abilitato insegnare in una scuola di
soli Alpha. Solo un Alpha su un milione nasce Omicron e vale anche per i Tao.
Gli Omicron riescono a resistere al calore degli Omega “normali”, e sono gli
unici che riescono ad avvicinarsi a un Omega Tao senza svenire, durante il loro
calore. Gli Omicron possono provocare il calore anche nei Beta. Gli Omicron,
inoltre, non hanno bisogno di inibire il loro calore, perché lo controllano, al
contrario degli Alpha normali. Gli Omega Tao, hanno cicli di calore meno
frequenti ma più violenti, durante il calore devono rimanere isolati, per non
provocare svenimenti o anche convulsioni negli Alpha. Si dice che, l’aroma che
sprigiona un Tao, possa essere percepito da un Omicron a chilometri di
distanza. Finora non si conoscono casi di coppie Omicron/Tao, sembra che, le
coppie siano incompatibili, poiché entrambi, a loro modo, dominanti.» quanto
gli avrebbe voluto dare un paio di sberle a quel ragazzo! Era così arrogante e
stupidamente saccente!
«Marcos… vorrei sapere da te come si deve comportare
un Alpha nella vita.» Marcos adorava Eloy, pendeva dalle sue labbra, lo trovava
così bello, intelligente e sexy. Sapeva di essere un semplice Alpha, e che Eloy
non era alla sua portata, ma non poteva fare a meno di esserne perdutamente
innamorato.
«A partire dalla pubertà, non deve mai uscire di
casa senza portare con sé un pacchetto di preservativi. Non deve dimenticarsi
le pillole per sopprimere il calore, che deve avere la prontezza di assumere,
nel caso si trovasse davanti un Omega in calore. Sempre per questo motivo,
sarebbe buona norma portare con sé delle pillole inibitori per i calori degli Omega,
sempre nel caso in cui si trovasse di fronte a un Omega in calore potrebbero
risolvere la situazione. Nel caso ci si accoppi con un Omega in calore, è
necessario indossare sempre un preservativo, per evitare di dover far assumere
al partner la pillola del giorno dopo. Nel caso di un rapporto con un Omega in
calore, che non abbia indossato il collare protettivo, un Alpha ha sempre una
scelta, invece del collo dell’Omega, è possibile mordere sé stessi, perché una
volta marcato l’Omega, il vincolo creato non si può sciogliere e dura tutta la
vita.
«Molto bene, davvero molto bene. Spero che mettiate
in pratica tutte le raccomandazioni che Marcos vi ha appena elencato, signori.»
Abel era infastidito, alzò la mano attirando l’attenzione di Eloy, che gli fece
cenno di parlare.
«E lei prof, si è mai trovato al cospetto di un Omicron?»
le mani di Eloy iniziarono a prudere, ma non poteva reagire, anche lui era un
suo alunno, perciò, con riluttanza rispose.
«No, Abel, non mi è ancora capitato.» aveva capito
dove voleva arrivare Abel, ma sperava non si spingesse a tanto.
«Quindi prof., lei non ha…» Marcus si alzò di scatto
e in meno di un secondo fu addosso a Abel. Eloy scattò altrettanto velocemente
nella loro direzione bloccando la zuffa sul nascere.
«IDIOTA! SEI DAVVERO UN IDIOTA ABEL! COME CAZZO TI
PERMETTI!» il livello di feromoni nella classe, stava crescendo a dismisura e,
anche se Eloy non ne era colpito, la cosa non gli piaceva affatto. Decise di
fare assaggiare loro un po’ del suo profumo, così si sarebbero calmati. Aveva
imparato da tempo a sprigionare la giusta dose di feromoni, senza arrivare a
fare del male a nessuno. Appena iniziò a sprigionarli, quasi tutti nella classe
iniziarono a sentirsi stanchi, in questo modo, era anche riuscito a scoprire
quelli che erano i maschi più dominanti.
«Bene, ora che vi siete calmati, voglio che
prendiate il vostro libro di matematica e che iniziate a fare gli esercizi a
pagina 74. Tutti tranne Abel e Marcus, voi venite con me, in direzione.»
entrambi lo seguirono al piano superiore, questa volta non sarebbero scampati
alla ramanzina del preside e, con tutta provabilità, avrebbero chiamato anche i
rispettivi genitori. Infatti, i genitori di Abel furono i primi ad arrivare e,
quando uscirono dall’ufficio, Abel aveva perso tutta la sua arroganza. Quasi
nello stesso istante in cui loro uscivano nell’atrio antistante l’ufficio,
entrò Javier, il fratello di Marcus.
«Che cazzo hai combinato? Papà è in tribunale e
mamma è con un cliente e io stavo preparando un’arringa importantissima, spero
che tu abbia violato qualcuno, perché ogni altra cosa che avresti potuto fare
non sarebbe stata così importante per farmi precipitare qui.» non riuscì a
rispondergli, il suo tono aveva richiamato l’attenzione di Eloy che si affacciò
alla porta.
«Lei dev’essere il fratello di Marcus, salve io sono
il prof. Blanco, Eloy Blanco,» gli tese la mano, e lui gliela strinse con
decisione, senza dire una parola. Fulminò con lo sguardo Marcus ed entrò
nell’ufficio, le sue narici si aprirono e respirò a fondo, non capiva da dove
venisse, ma percepiva nettamente un odore, era quasi lo stesso profumo della
torta di mele e cannella che gli faceva la nonna quand’era piccolo,
istintivamente si avvicinò al collo di Eloy e inalò a fondo, l’odore proveniva
dal professore. Eloy si voltò, trovandosi davanti i suoi occhi verdi come due
smeraldi, notando che la pupilla si stava dilatando. Il suo cuore iniziò a
battere irregolarmente e il suo collo fu percorso da brividi, si scostò velocemente
da lui, mettendosi seduto a fianco di Marcus. Lasciò parlare il preside, non
riuscì a spiaccicare parola, aveva la gola secca, si sentiva soffocare, era
quasi come se stesse per entrare in calore, ma non era possibile… cercò di
riprendere il controllo. Marcus se la cavò con una strigliata da parte del
preside e Javier promise di metterlo in punizione, una volta che avesse parlato
con i loro genitori. Quando, finalmente, quella riunione terminò e Javier se ne
andò frettolosamente a riprendere il suo lavoro, Eloy e Marcus poterono
rientrare in classe.
«Marcus, perdonami se te lo chiedo… tuo fratello,
per caso è…» Marcus abbassò lo sguardo, sapeva che prima o poi sarebbe
accaduto, anche se sperava di no.
«Sì prof., mio fratello è un Alpha Omicron,
purtroppo…» Eloy gli scompigliò i capelli e gli sorrise.
«Animo! Non hai nulla da invidiargli, sei un Alpha dominante
e diventerai un adulto meraviglioso. Ma, ti prego, d’ora in poi, evita di
reagire in questo modo, non ho bisogno di qualcuno che mi difenda, lo so fare
molto bene da solo, credimi.» rientrarono in classe. Eloy ebbe appena il tempo
di lasciare i compiti per le vacanze, che lo squillo della campana annunciò la
fine delle lezioni. Rimase ancora una buona mezz’ora a riordinare le cose che
si sarebbe portato a casa.
«Sei ancora qui?» Bruno Ruiz, il professore di spagnolo,
era appoggiato allo stipite della porta e lo stava osservando da qualche
minuto.
«Come vedi…» Bruno si avvicinò a lui sorridendogli.
«Spero tu non ne abbia ancora per molto, tra poche
ore usciremo con gli altri, questa volta non ammetto scuse.» Bruno aveva preso
il posto del vecchio professor Rojo, che era andato in pensione l’anno
precedente. Quando era arrivato nella scuola, aveva fatto un certo effetto a
tutti perché, oltre a essere un Alpha con i controfiocchi, aveva rivoluzionato,
nel giro di poco tempo, tantissime cose, era un vulcano di idee, un leader
naturale e un trascinatore. Malgrado queste sue innumerevoli qualità, e tutto
il suo fascino, erano mesi che tentava di fare uscire Eloy, con scarso
successo. Come aveva già fatto altre volte, Eloy aveva già una mezza intenzione
di trovare una scusa plausibile, per evitare, per l’ennesima volta, di uscire
ma, questa volta, Bruno non sarebbe stato così semplice da raggirare. In realtà,
era forse la prima volta che aveva una vera ragione per evitare quell’uscita,
da quando aveva avuto l’incontro con il fratello di Marcus, si sentiva molto
strano, era come se la sua testa fosse più leggera e le sue gambe più pesanti.
«Non mi lascerai trovare nessuna scusa plausibile
per questa sera?» Bruno gli si avvicinò, scrutandolo con un mezzo sorriso.
«Non pensarci nemmeno un attimo, potrei trascinarti
fuori prendendoti per i capelli…» Eloy alzò le braccia in segno di resa. Bruno
si scostò da lui, anche se si sarebbe volentieri lanciato sopra di lui.
«Ore 21. Ti passo a prendere io, e sappi che non
tornerai a casa presto!» gli disse, mentre si allontanava nel corridoio
strappandogli una risata.
Da tempo aveva capito di piacere a Bruno, non era
impossibile creare una relazione con un Alpha normale per un Tao, ma avrebbe
dovuto rinunciare a molte cose. Prima di tutto ad avere dei figli, cosa che, a
pensarci bene, non gli dispiaceva affatto. Per lo stesso motivo, avrebbe dovuto
rinunciare ad avere dei rapporti quando era in calore, Bruno sarebbe potuto
impazzire, letteralmente. Era questo, il motivo principale per il quale stava
cercando in tutti i modi di evitare di trovarsi da solo con lui, ma, quella
sera, non avrebbe potuto evitarlo in nessun modo. Andò a casa e cercò di
rilassarsi, s’immerse nella sua vasca e mise una musica jazz di sottofondo;
normalmente, tutto questo sarebbe bastato a farlo rilassare completamente, ma
non oggi. Ogni volta che chiudeva gli occhi, lo sguardo penetrante di Javier
gli si parava davanti e il suo cuore sobbalzava, sentiva ancora il suo odore,
come se gli fosse penetrato dentro e gli si fosse annidato nel cervello fino ad
impregnarne ogni fibra. Era un odore così inebriante, anzi, era più di un odore,
era un mix di essenze, annusare Javier era come entrare in un negozio di
essenze. Immerse la testa dentro l’acqua, sperando che questo bastasse a
cancellare tutto. Se solo non fosse stato un Omega! Fin da piccolo, aveva
capito che la sua situazione famigliare era differente da quella di molti
altri, non che stesse male o che gli mancasse qualcosa, anzi. La sua mamma,
Maria, lo adorava, anche se lavorava, era sempre presente nei momenti
importanti e non gli aveva mai fatto mancare il suo amore. Poteva dire la
medesima cosa di suo padre, anche se non riusciva a capire per quale motivo non
vivesse sempre con loro. Poi, un giorno, mentre era a passeggio con sua madre,
non doveva avere più di 10 12 anni, vide suo padre con una bambina sulle spalle
e una donna al suo fianco, mentre passeggiavano ridevano felici. Stava per
avvicinarli, quando sua madre, senza dire una parola, lo prese per mano e lo
trascinò via. Quando furono di nuovo a casa, la tempestò di domande, fino a che
la costrinse a dargli una spiegazione. “Papà è un uomo molto importante, un
avvocato famoso…”, “sai, lui non poteva sposare una donna come me, una
segretaria che proveniva da una famiglia di operai”, “ma ci siamo innamorati e
lui mi ha marcato, così si è preso la responsabilità di crescerti e non mi ha
mai abbandonata ma… ha dovuto sposare la donna che la sua famiglia aveva scelto
per lui…”, capì, in quel momento, che quel padre che tanto amava, aveva fatto
di lui un bastardo e essere Omega, improvvisamente, gli aveva dato la nausea.
Quando poi scoprirono che non era un Omega normale, oltretutto, avrebbe voluto
morire. Ma, con il tempo, scoprì che essere un Tao sarebbe diventata la sua via
di fuga dall’essere un Omega. Fin dal suo primo calore, scoprì l’effetto
devastante che aveva su tutti gli Alpha, era un “potere” insperato, che lo
manteneva al sicuro, gli diede il tempo di crescere e diventare ciò che voleva,
ma adesso… l’ultimo calore che aveva avuto, sei mesi prima, era stato difficile
da superare, i soppressori non avevano funzionato e aveva passato i quindici
giorni più difficili della sua vita. Il medico che l’aveva visitato era stato
chiaro, quell’astinenza non gli stava giovando, doveva, al più presto, trovare
un compagno compatibile e là dove non fosse stato possibile, almeno un compagno
che riuscisse a calmare i suoi calori, anche se non sarebbe stato facile,
altrimenti i calori lo avrebbero fatto impazzire, prima o poi.
Ma Eloy non era disposto a farsi marcare da chiunque,
trasportato da un’effimera sensazione che gli facesse credere di essere amato,
per poi scoprire che era solo l’effetto dei feromoni. Non voleva finire come
sua madre, non voleva essere il secondo di nessuno, lui voleva essere amato a
prescindere dal profumo che emanava, voleva che il suo Alpha amasse lui, non il
suo odore!
Quella sera sarebbero andati a mangiare con altri
colleghi in un ristorante marocchino e poi, avrebbero finito la serata in un
locale a bere e a ballare. Si rimirò allo specchio, era davvero in forma, aveva
indossato i suoi jeans preferiti e aveva messo una maglia nera piuttosto
attillata, dando sfoggio del suo corpo. Il campanello suonò puntuale alle nove,
si affacciò al balcone, anche da lontano poteva notare quanta cura ci avesse
messo Bruno per prepararsi, forse, quella sera, avrebbe deciso di provarci,
forse, Bruno poteva essere la sua scelta migliore.
Javier era rientrato nel suo ufficio come una furia,
sbattendo la porta e urlando alla sua segretaria che non voleva più essere
disturbato a meno che non si trattasse di Dio in persona. Si era gettato nella
preparazione dell’arringa anima e corpo, ma dopo due ore di intenso lavoro, si
rese conto di non essere riuscito a mettere in fila che poche righe. Si alzò in
piedi di scatto e si girò verso la finestra che dava su Plaza Doctor Balmiz,
ormai era pomeriggio inoltrato e non c’era molto via vai, poteva godersi la
vista dei mosaici di Gaudì, quella vista riusciva sempre a rilassarlo, ma non
oggi. Continuava a sentire sotto il suo naso quell’odore persistente di torta
di mele e cannella e questo lo stava rendendo molto inquieto, ed era strano,
perché quando era nell’ufficio del preside, quell’odore gli aveva fatto
esattamente l’effetto contrario, lo aveva calmato. Era la prima volta che un
contatto con un Omega lo colpiva così. Come Omicron, aveva il pieno controllo
del suo istinto predatorio e, da tempo, aveva scelto di evitare di avere
rapporti con gli Omega, odiava quella loro mielosa sottomissione, soprattutto
odiava che cercassero di farsi mordere solo perché li scopava bene, lo
nauseavano quegli atteggiamenti, erano una così facile preda! Ma quel
professorino… non aveva neppure più in mente il suo nome, ma la sua faccia sì,
accidenti se l’aveva in mente! Qualcuno bussò alla porta.
«Avanti!» esclamò un po’ scocciato, domandandosi se
dietro la porta ci fosse Dio in persona o se la sua segretaria non comprendesse
più il significato della frase “non voglio essere disturbato da nessuno”.
«Javier, dimmi che tuo fratello non ne ha combinata
una grossa…» suo padre entrò nella stanza con l’aria di uno che aveva corso. Il
posto della segretaria era in salvo, nessuno avrebbe potuto ritenere il grande
capo.
«Antonio, tranquillo, non ha marcato nessun Omega…
ma, a quanto pare, ha una cotta per uno dei suoi professori.» suo padre si
sedette su una delle poltrone del salottino.
«Gli piacciono gli Alpha?» Javier scosse la testa
ridendo.
«A quanto pare quel professore è un Omega, anche se
non capisco per quale mo… - era un avvocato, si occupava prevalentemente di
cause tra Omega e Alpha, spesso dovute a violazioni, come poteva non averci
pensato fino a quel momento!
«Ora capisco…» Antonio sospirò
«Ti prego, insegui pure i tuoi pensieri e quando sei
comodo, coinvolgi anche il tuo stanco padre…» Javier era sempre stato così,
iper attivo e difficile da seguire, ma suo padre sapeva come prenderlo.
«Quel professore, dev’essere un TAO, altrimenti non
potrebbe insegnare in un liceo di Alpha!» suo padre scoppiò a ridere.
«Ah, so di chi stai parlando! Eloy Blanco. Il
professore di matematica e scienze. Figlio bastardo di Eduardo Blanco.» suo
padre era di gran lunga l’enciclopedia universale più completa che lui avesse
mai conosciuto, gli fece cenno di continuare.
«Conosci Eduardo, ti sei già trovato nell’arena
contro di lui. Nei primi anni di università, si era innamorato di una ragazza,
Maria. Avevano tenuto nascosta la loro relazione ed era diventata la sua
assistente, appena finita l’università. Eduardo avrebbe voluto sposarla, e
quando scoprì che suo padre voleva imporgli un matrimonio di convenienza, forzò
le cose, marcò Maria e la mise incinta, ma questo non bastò a fare cambiare
idea al vecchio Blanco. Gli diede la possibilità di riconoscere il bambino e di
mantenere la relazione con Maria, ma, se non avesse sposato la donna che aveva
scelto per lui, avrebbe perso tutto.» non doveva essere un caso, anche lui era
nato da una famiglia dove il DNA era “puro”, chissà se era questo il motivo per
il quale a volte si presentava la mutazione genetica Omicron e Tao.
«Certo che se il professorino ha preso la metà del
carattere di suo padre, povero chi se lo prenderà!» suo padre lo fissò
incuriosito.
«Quando l’ho visto la prima volta, non ho pensato al
suo carattere, ma a quanto fosse splendido…» Javier restò interdetto, non era
facile sentire suo padre fare dei commenti di quel tipo, tantomeno su un uomo.
«Non c’ho fatto caso più di tanto…» suo padre si
alzò.
«Ma tuo fratello sì… bisogna che gli faccia un
discorsetto… ci vediamo a cena?» Javier diede uno sguardo all’orologio sulla
parete di fronte, segnava le 19,13.
«No, stasera esco con alcuni amici.» suo padre gli
diede un cenno di saluto mentre era già tra la porta e l’atrio.
Javier prese la giacca e si affacciò nell’ufficio
della sua segretaria.
«Io vado, farebbe bene ad andare anche lei.» Isabel,
una signora di mezza età, che era rimasta vedova, non era mai andata a casa un
minuto prima di lui.
«D’accordo dott. Romero, le ricordo che deve essere
in tribunale per le 10 domani mattina.» lo sapeva bene, avrebbe dovuto
svegliarsi presto per finire il lavoro che non aveva fatto e questo lo aveva
reso insoddisfatto e nervoso, rischiava di perdere una causa, e sarebbe stata
la prima.
Arrivò nella sua dependance appena in tempo per
farsi una doccia e mettersi qualcosa di comodo, quella sera sarebbe uscito con
i suoi amici di sempre, Miguel Torres e Luis Moreno, si conoscevano dalla
scuola primaria e si erano separati quando avevano conseguito il Bachiller
(N.D.A. il Bachiller in Spagna è come l’esame di maturità in Italia), poi,
ognuno di loro aveva seguito una strada diversa. Miguel era diventato un
veterinario, Luis un medico generico e lui un avvocato. Erano ancora single e
sempre a caccia di nuove avventure. Uscivano meno spesso insieme ma, quando
accadeva, Javier non ricordava una sola volta in cui non si erano divertiti. Miguel
arrivò a casa sua alle otto, puntuale come sempre.
«Signor Torres, come va? Infilato il braccio in
qualche vacca oggi?» si stava infilando una maglia e aveva ancora i capelli
umidi.
«Va molto bene Signor Romero, e sì, giusto l’altro
giorno ho infilato un braccio dentro una mucca, sempre meglio che leccare il
culo a quei giudici anziani e bavosi, comunque.» si guardarono un istante con
l’aria di due che stavano per litigare poi scoppiarono in una fragorosa risata.
«Sei proprio un coglione, dai datti una mossa che ho
una fame da lupi!» avevano appuntamento con Luis nel loro ristorante preferito,
una bettola che avevano scoperto ai tempi del liceo. “El Puerto San Juan de la
playa”.
Quando arrivarono Luis aveva già occupato il tavolo
ed era al secondo bicchiere di sangria, ne aveva ordinato una caraffa intera.
«Hey, per fortuna che a casa da qui ci vai a piedi!»
alzò il calice verso di loro mentre si sedevano.
«Per fortuna che sono così paziente da continuare a
sopportare i vostri ritardi!» non ci misero molto a mettersi in pari con il
numero di bicchieri e, mentre ordinavano la cena, stavano già ridendo come
pazzi ai racconti delle rocambolesche avventure del loro veterinario preferito.
«Allora ragazzi, novità amorose ne abbiamo?»
notarono immediatamente lo sguardo basso di Luis.
«Ancora Luis?! Questa volta è bionda bruna o rossa?»
Luis si raddrizzò sulla sedia e si schiarì la voce.
«Si chiama Rosalina, ha 24 anni e… è mia.» il
silenzio crollò sull’allegra compagnia.
«Cazzo Luis! Sicuro di averla marcata
definitivamente? Perché mi hanno detto che a volte se la marcatura non è
completa…» mentre Miguel cercava delle scappatoie “tecniche”, Javier stava già
pensando a una causa da intentare nei confronti di quell’Omega che aveva
“fregato” il suo amico.
«Ragazzi, non mi sono spiegato bene. Io VOLEVO
marcarla, abbiamo aspettato il suo calore e l’ho marcata perché lei è la mia
“compagna predestinata”.» se prima erano perplessi ora erano sconvolti. Proprio
Luis, quello che non credeva in quelle cose da donnette, proprio lui stava
dicendo loro che aveva trovato la sua “compagna predestinata”?
«E vi dirò di più, spero di averla messa incinta.
Non so come sia accaduto ma… fin dal primo istante in cui i suoi occhi si sono
uniti ai miei, ho capito che c’era qualcosa tra noi. Poi, quando ci siamo
baciati la prima volta ho provato un sentimento così travolgente e appagante
che… lo so, lo so, non riuscite a capirmi… ma spero che prima o poi capiti
anche a voi perché, credetemi, non esiste una cosa così appagante come questa.»
li aveva spiazzati, entrambi.
«Ho conosciuto un Tao, oggi.» Javier aveva parlato
quasi come fosse sovrappensiero.
«No, ma bene… rimarrò solo come un cane a quanto
pare!» Miguel si scolò il bicchiere.
«In realtà, a parte un profumo migliore di quello
degli altri Omega, non mi ha fatto tutto l’effetto che dicono dovrebbe farmi…
anche se una botta gliela darei volentieri.» Miguel gli diede una pacca sulla
spalla.
«E questo deve essere, vedi Luis, questo dovevi fare
darle una botta e via. Ma no lui si innamora!» Luis scosse la testa.
«Ragazzi, se continuate così, tu Miguel finirai per
innamorarti di un cavallo e tu Javier di una panca del tribunale.» tornarono a
ridere e a raccontarsi le loro peripezie tra stalle, tribunali e vecchiette, a
cui Luis misurava la pressione tre volte al giorno.
«Dove si va adesso ragazzi?» lo guardarono perplessi.
«Oh! Ma che vi credete! Ho piena fiducia e libertà
da parte sua!» entrambi alzarono le sopracciglia e scoppiarono a ridere.
«Ne riparliamo dopo che avrete un figlio…» ma per
ora erano ancora loro, erano ancora i tre moschettieri di sempre.
«Si va al CODE SOCIAL CLUB!» ma quella sera non
erano i soli che sarebbero andati in quel locale.
«Professor Blanco!» l’esclamazione di Bruno lasciava
poco all’immaginazione, così come il suo sguardo. Salirono in auto e
inaspettatamente Bruno si lanciò su di lui e lo baciò. D’istinto Eloy lo spinse
facendolo sbattere contro lo sportello dalla parte opposta.
«Oddio! Scusa, io… mi hai preso alla sprovvista. Ma che
cazzo ti salta in mente!» Bruno con un occhio chiuso si stava massaggiando la
spalla dolente.
«Secondo te cosa mi stava saltando in mente? Sono
mesi che ti sto lanciando messaggi! Se non ti piaccio basta dirmelo non c’è
bisogno di massacrarmi!» Eloy scoppiò a ridere.
«Scusa… non è che non mi piaci è…complicato, lo
sai.» Bruno gli si avvicinò di nuovo.
«Quindi non ti sono indifferente…» non era mai stato
così audace, era un lato di lui che non conosceva.
«Bruno… io non so se tra di noi potrebbe funzionare,
un Alpha e una Tao…» Bruno mise in moto.
«Tu pensaci, ok? E se ti bacerò ancora non farmi
andare all’ospedale. D’accordo?» avevano appuntamento con i loro colleghi in un
pub, dove consumarono un pasto veloce, chiacchierando quasi sempre di lavoro.
Quando finirono di mangiare una parte di loro, i più “anziani” andarono a casa,
rimasero in cinque e decisero di continuare la serata andando a ballare.
Il locale era pieno quella sera, ma uno dei
buttafuori era stato un alunno di Bruno e trovò loro un tavolo.
«Vado a prendere da bere, vuoi qualcosa?» Eloy aveva
voglia di sentire la testa leggera, anche se aveva già bevuto un po’ durante la
cena non era ancora brillo.
«No, grazie, sto bene così.» gli gridò Bruno per
farsi sentire in mezzo alla confusione e alla musica. Eloy si sedette al
bancone in attesa che il barman lo degnasse di uno sguardo. Improvvisamente gli
sembrò di essere entrato in un negozio di spezie, la testa iniziò a girargli
vorticosamente. Sentì il calore del respiro di qualcuno dietro la sua schiena.
«Torta di mele alla cannella, inconfondibile
professorino.» si voltò di scatto ritrovandosi di fronte gli occhi verde
smeraldo e lo sguardo magnetico di Javier, non riuscì a far uscire una sillaba
dalla sua bocca.
«Vorrei provare una cosa…» lo prese per mano e lo
trascinò via, prima che la sua testa potesse riuscire a realizzare dove lo
stesse portando, si ritrovò in un angolo buio dell’antibagno. Javier lo bloccò
contro il muro, aveva la gola secca, sentiva di non avere più il totale
controllo dei suoi feromoni, il suo odore ora doveva essere insopportabile.
Javier era completamente immerso in lui e, di conseguenza, emetteva i suoi
feromoni per contrastarlo, non aveva mai dovuto faticare come in quel momento
per mantenere il controllo.
«Adoro la torta alle mele con la cannella…» gli
succhiò il labbro inferiore senza distogliere lo sguardo dal suo viso, Eloy lo
prese per i capelli e gli infilò la lingua in bocca. Era sempre più difficile
per Javier mantenere il controllo, se si fosse lasciato andare gli avrebbe
strappato i vestiti e lo avrebbe penetrato con forza lì dove si trovavano. Un
dolore fortissimo lo colse impreparato, il sapore del sangue in bocca lo fece
scostare da Eloy.
«Che cazzo credi di fare! Solo perché sei un Oblivion
pensi di poter saltarmi addosso in questo modo!» Javier si asciugò il sangue
dal labbro e fece un mezzo sorriso.
«Non pensavo di stare forzandoti professorino, visto
come mi stavi tirando i capelli… e, sinceramente, quel bel rigonfiamento in
mezzo alle tue gambe mi sta dicendo tutto il contrario.» Eloy arrossì
violentemente.
«Vaffanculo Romero! Vaffanculo!» gli diede una spinta
uscendo velocemente dall’antibagno. Non aveva più bisogno di bere, aveva appena
provato una sensazione che, ne era sicuro, gli avrebbe dato giramenti di testa
per il resto della sua vita.
Copyright © 2019 Dama rossa
Tutti i diritti riservati
Wow mi piace un sacco non vedo l'ora di leggere il continuo 😊
RispondiEliminagrazie, farò il possibile per non farvi attendere troppo!
EliminaBella!!! Geniale la trovata dei sottogeneri che nn ho letto finora in nessun altro omegaverse. La prosa è scorrevole e i personaggi hanno iniziato subito a svilupparsi. Ne voglio ancora!! Anche io adoro la torta di mele alla cannella e nn smetterò mai di mangiarla..
RispondiEliminala torta di mele alla cannella è ovviamente il dolce che preferisco in assoluto (e che mi riesce anche piuttosto bene). mi ci è voluto un po' di tempo, odio essere scontata, non sopporto chi, tanto per scrivere qualcosa di omegaverse, scopiazza da qualcosa già visto e rivisto. per questo vi chiedo pazienza.
Eliminastupenda l'idea dei sotto generi mi piace ,non vedo l'ora di leggere il resto.
RispondiEliminanon per nulla il mio primo libro è stato un fantasy, ma creare un mondo "diverso" richiede piàù tempo di quanto ne occorra per scrivere un libro basato su un periodo storico esistete, è necessario sposare l'esistente con il possibile.
EliminaSono rimasta piacevolmente colpita..dalla storia.. e adoro il modo che hai di scrivere, mi coinvolgi subito! Complimenti..
RispondiEliminaTi ringrazio, andrò un po' più a rilento con questa storia, il fantasy richiede più concentrazione, bisogna inventare un mondo intero e immergersi dentro non è così semplice
EliminaMi piace un sacco
RispondiEliminaMi piace un sacco sono Ele Levriero ma qui leggerai un indirizzo diverso
RispondiEliminagrazie!
EliminaWow
RispondiEliminaSpero ti piacerà anche il seguito
Elimina